BOLOGNA – Padre Gabriele Digani, direttore dell’Opera di padre Marella di Bologna, è morto a seguito di complicazioni polmonari dovute al contagio da Covid-19: fra due giorni avrebbe compiuto 80 anni. “Grazie padre Gabriele per la tua vita esemplare e la tua caparbia lotta a tutela degli ultimi”, è il messaggio di cordoglio diffuso dall’Opera.
Dal 21 marzo era ricoverato al Policlinico Sant’Orsola per problemi respiratori legati al Covid e nel corso delle ultime ore le sue condizioni sono peggiorate “in modo irreparabile”, riferisce l’Opera. “I suoi poveri, l’intera Opera di padre Marella, l’Ordine dei Frati Minori, l’Arcidiocesi di Bologna e l’intera città- continua la nota- perdono un padre, un testimone, un amico e un simbolo autentico di carità”. Digani era nato il 27 marzo 1941 a Boccassuolo, oggi frazione del Comune di Palagano, in provincia di Modena. Nel 1956 entrò nel Collegio serafico dell’Osservanza a Bologna e nell’agosto del 1960 entrò in noviziato per vestire l’abito dei frati minori. L’1 maggio del 1967 pronunciò i voti solenni e il 22 marzo del 1969 venne ordinato sacerdote dal cardinal Antonio Poma. Nel 1970 entrò al servizio dell’Opera di Padre Marella a fianco del direttore di allora, padre Alessandro Mercuriali. Dal 1974 al 1976 è stato rettore del seminario interprovinciale dell’Antoniano di Bologna. “Dal 1976 a oggi- continua la nota- ha trascorso la sua vita e la sua missione nell’Opera di Padre Marella: fino al 1988 in fraternità con altri due confratelli poi, rimasto solo, dal 1988 a oggi ne ha ricoperto il ruolo di direttore”.
Come amava sempre ricordare, scrive l’Opera, “nella sua lunga vita ha celebrato più di 25.000 sante messe e si è sempre detto sbalordito nel pensare a ‘quanti poveri e quanta grazia di Dio sia passata tra le sue povere mani’. Lo scorso anno, proprio il 26 marzo, perdeva il suo ultimo fratello. Giorgio era il suo ultimo legame con la famiglia e la persona di cui si è preso cura per una vita, fino all’ultimo minuto”.
Tra i suoi ultimi ricordi, segnala l’Opera: “Trent’anni e oltre sono tanti per chi vive tra la gente, a contatto con tutto ciò che c’è di più umano. Sono cambiate in gran parte le povertà, ne sono emerse di nuove. È cresciuta la solitudine, l’isolamento. In questi decenni l’Opera a cui ho dedicato la vita si è adeguata ai segni dei tempi. Non è rimasta a guardare, ma ha agito con i suoi limiti e le sue limitate risorse”. Ha detto ancora Digani: “Posso dire che tocco con mano ogni giorno che il Signore ci assiste, me e l’Opera, e che padre Marella con il suo grande carisma è ancora presente. Da uomo di fede, non dubito che questa protezione per chi si occupa dei più deboli verrà meno. Occorre però continuare sul serio a esercitare la carità nel modo giusto, come dice il Vangelo e come ha incarnato e testimoniato Padre Marella”.
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