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Fine vita, dalle Commissioni del Senato ok al testo base. Voto contrario delle opposizioni

PoliticaFine vita, dalle Commissioni del Senato ok al testo base. Voto contrario delle opposizioni

di Ugo Cataluddi, Emanuele Nuccitelli e Antonio Bravetti

ROMA – Il testo base sul fine vita è stato adottato dalle commissione Giustizia e Salute del Senato. Voto contrario delle opposizioni. Il termine per la presentazione degli emendamenti è stato fissato alle 11 dell’8 luglio prossimo. L’approdo in Aula è previsto per il 17 luglio.

BAZOLI (PD): “TESTO BASE RISCHIA ESSERE PEGGIORA STATUS QUO”

“Il testo base su fine vita approvato oggi dalle commissioni è insoddisfacente. Sono molti i punti critici, dalla stretta ai criteri di accesso rispetto a quelli stabiliti dalla Corte, al comitato nazionale troppo esiguo e composto da figure che non danno garanzie di autorevolezza, fino alla totale esclusione di un ruolo al servizio sanitario nazionale, che apre la strada ad una privatizzazione del fine vita, con buona pace dell’uniformità di trattamento e della parità di accesso. Sono punti qualificanti, sui quali proveremo a intervenire con i nostri emendamenti, nella speranza di migliorare un testo che, così com’è, rischia di essere addirittura peggiorativo dello status quo”. Così il senatore Alfredo Bazoli, vicepresidente del gruppo dem, dopo l’arrivo del testo base sul fine vita in commissione Giustizia a Palazzo Madama.

BONETTI: “LEGGE URGENTE, MA INDISPENSABILI SSN E CURE PALLIATIVE”

Sul fine vita “c’è la necessità, anzi l’urgenza, di una legge nazionale che superi la frammentazione regionale”. Così in un’intervista ad Avvenire la presidente di Azione Elena Bonetti, che ammonisce: “senza il coinvolgimento del servizio sanitario e senza investire in cure palliative le famiglie sarebbero davanti a scelte obbligate. Questo è il grande rischio che va assolutamente evitato”.

Per Bonetti “è necessario coinvolgere il Servizio sanitario nazionale perché non si dia spazio alla privatizzazione del suicidio medicalmente assistito, che di fatto sarebbe una mercificazione privatizzata della morte. Contestualmente noi diciamo che deve esserci un forte e chiaro investimento sulle cure palliative – prosegue – sia a livello dell’organizzazione, che deve essere uniforme su tutto il territorio nazionale, sia sul fronte delle risorse investite”. Per Bonetti “una legge che entri solo nel merito del codice penale senza toccare questi punti” non corrisponderebbe, di fatto, “a quanto previsto dalla sentenza della Corte in termini di libertà di scelta. Uno Stato che abbandona le persone e le famiglie alla solitudine e al dolore della malattia senza provvedere le cure adeguate, toglie la libertà di scegliere. E non può essere che alla fine la scelta sia, lo dico in maniera cruda come di fatto è, quella ‘economicamente vantaggiosa per lo Stato’”.

Bonetti ritiene “non percorribile” l’ipotesi di una approvazione della legge in Senato prima della pausa estiva, “soprattutto considerando che le bozze finora circolate sono lontane dall’essere un testo base solido”. E sull’ipotesi di un Comitato etico nazionale dice: “Quello che ritengo sia pericoloso, e che non vogliamo, è lasciare che il comitato sia emanazione di una scelta politica-governativa. Occorrono figure di scienza ed elevata competenza che possano essere eventualmente nominate da organismi di tutela, penso ad esempio alla Presidenza della Repubblica”.

GELMINI: “BENE TESTO BASE, VITA È SACRA E INDISPONIBILE”

“La Corte Costituzionale ha invitato da tempo le Camere a colmare un vuoto normativo e questa maggioranza sta provando a farlo. Con questo testo la maggioranza dà seguito, quindi, a un impegno che aveva preso con il Parlamento e con il Paese. Come Noi Moderati, abbiamo cercato di dare un contributo e uno stimolo per arrivare a questo risultato, presentando un disegno di legge coerente con le indicazioni della Consulta ma anche con i nostri valori che ritengono sacra e “indisponibile” la vita. E sono soddisfatta che tali principi siano ribaditi fin dall’articolo 1 di questo testo base che conferma il perimetro entro il quale ci si muove: non un diritto al suicidio assistito, non un’apertura all’eutanasia, ma una limitata depenalizzazione legata all’esistenza di condizioni oggettivamente drammatiche”. Lo ha detto Mariastella Gelmini, senatrice di Noi Moderati, parlando con i giornalisti in Senato.
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