ROMA – La parola di questa settimana è ‘diritto’. Inizia oggi una collaborazione tra l’Agenzia Dire e Treccani Emporium. Da questo accordo nasce, su dire.it e sui suoi canali social, una rubrica: la parola della settimana. Uno spazio di approfondimento, una finestra sul mondo e sui temi di attualità, partendo dal senso etimologico dei termini che riempiono le pagine del dizionario della lingua italiana. Parole che prendono forma nella vita di tutti i giorni, assumendo un significato che il tempo e il loro utilizzo possono mutare.
IL DIRITTO DI VOTO
Viviamo nell’epoca dove ogni cittadino del mondo rivendica i suoi diritti. Quelli vecchi, da tutelare sempre; quelli nuovi, da far approvare dalle rispettive Istituzioni. In Europa e in Italia questo fine settimana saremo alle prese con uno dei diritti fondamentali dei paesi democratici: il diritto di voto. Gli oltre 350 milioni di cittadini saranno chiamati ad eleggere i parlamentari che per i prossimi 5 anni decideranno le nuove regole per tutti i paesi dell’Unione europea.
LA MINACCIA DELL’ASTENSIONISMO
Questa volta sul voto incombe la minaccia dell’astensionismo che, per alcuni istituti demoscopici, potrebbe superare il 50%. Un male, quello dei tanti che non vanno più a votare, che sta minando alla base la democrazia. Perché la democrazia si regge sulla partecipazione, sul voto consapevole della grande maggioranza dei cittadini. Quando più della metà decide di restarsene a casa significa che la regola è saltata, si deve intervenire subito. E’ una questione di educazione civica. La nostra Carta Costituzionale, all’art. 48, stabilisce che tutti i cittadini maggiorenni, senza distinzione di sesso, possono esprimere il loro voto. Come detto è un ‘dovere civico’, non è direttamente obbligatorio ma ogni buon cittadino ha il dovere di esprimere la propria scelta. Se pensiamo a quanti paesi nel mondo si reggono su sistemi non democratici, con cittadini che non possono esprimersi liberamente e, quando magari sono chiamati a metter qualcosa nell’urna, molte volte possono solo dire va bene alla decisione già presa dalla cricca che governa. Il diritto di voto è stato conquistato attraverso molte lotte, nessuno lo ha regalato.
CHI VIENE ELETTO DECIDE PER TUTTI NOI
Molte volte è stato conquistato a prezzo di tante vite umane e sacrifici, di cittadini e cittadine che si sono battuti per dare a ciascuno di noi la possibilità di scegliere da chi farci rappresentare e governare. Vero che la politica, a livello trasversale, si dimostra incapace di comprendere le esigenze degli elettori, non è all’altezza. E questo si traduce in un giudizio negativo, quindi per molti votare è inutile, non serve a niente. Ma chi non si batte, chi decide di astenersi, chi non vota ha già perso in partenza. Perché poi quanti verranno eletti, anche se i votanti saranno una minoranza, poi decideranno comunque per tutti noi. Quindi serve un atto di coraggio, bisogna andare a votare, sforzarsi di cercare il candidato migliore, quello che in prima persona si impegna sui temi per noi importanti. Alla fine, tutto sommato, se poi il nostro voto dovesse essere ‘tradito’ dall’eletto, avremo comunque una persona fisica a cui chiedere conto.
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