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La ricostruzione dell’Ucraina comincia anche dalla Triennale di Milano

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Boeri: “modo per dare speranza”; Giuli: cono di luce resti accesa

Milano, 31 ott. (askanews) -“Può sembrare assurdo pensare alla ricostruzione oggi, quando i bombardamenti sono ancora in corso. In realtà cominciare a progettare la nuova Odessa, cominciare a progettare la ricostruzione della Cattedrale per esempio, è un modo per dare speranza a tecnici, amministratori cittadini che oggi vogliono pensare a una vita normale e a una città nuova che sia ancora più bella e straordinaria di quanto Odessa non sia”.Stefano Boeri, presidente di Triennale Milano ha aperto il Laboratorio sulla ricostruzione dell’Ucraina, che è ancora sotto i bombardamenti russi, in un momento politico importante e in una congiuntura internazionale complessa, complicata dallo scoppio del parallelo conflitto mediorientale.Forte e chiaro e in presenza il sostegno del governo italiano. Il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani, è giunto al Palazzo dell’Arte insieme con il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, e ha annunciato che l’Italia “organizzerà” una grande conferenza nel 2025 per la ricostruzione dell’Ucraina.Ma lo scoppio di un altro conflitto devastante, che è quello mediorientale, può togliere attenzione al dramma ucraino? Askanews lo ha chiesto ad Alessandro Giuli, presidente della Fondazione MAXXI, che insieme con la Triennale promuove il Laboratorio: “Certo ma abbiamo il dovere di mantenere un cono di luce accesa sulla guerra in Ucraina, sull’invasione di uno stato sovrano, sulla mortificazione dei simboli culturali e sociali dell’Ucraina. Nessuna guerra è più importante o grave di un’altra. Tutte ci devono vedere in prima fila per contrastarle con le armi della diplomazia, con la difesa e la rigenerazione e la cooperazione internazionale degli enti culturali nel caso del MAXXI e delle istituzioni internazionali deputate a questo sforzo collettivo”.

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