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Liste d’attesa, per medici e infermieri il Ddl non basta. “È emergenza personale, presto chiuderemo ospedali”

SanitàListe d’attesa, per medici e infermieri il Ddl non basta. “È emergenza personale, presto chiuderemo ospedali”

ROMA – In Italia si nomina un commissario straordinario per il granchio blu ma non per l’emergenza del personale sanitario. I portavoce di medici e infermieri stroncano così l’operazione sulle liste d’attesa annunciata dal governo. Dall’Assemblea nazionale unitaria ‘Insieme nel lavoro per la Salute‘, in corso a Rom, parlano i delegati delle principali sigle sindacali del settore.

NURSID: “IN ITALIA MANCANO 180 MILA INFERMIERI, TRA 6-7 ANNI CHIUDEREMO OSPEDALI”

“Il grande problema è che noi tra 6-7 anni dovremo chiudere gli ospedali per mancanza di personale infermieristico. Mancano 180.000 infermieri in Italia se facciamo la media con i Paesi Ocse”. Lo dice Andrea Bottega, segretario nazionale Nursind, in Italia conta 52mila iscritti, a margine dell’Assemblea nazionale unitaria ‘Insieme nel lavoro per la Salute‘, in corso a Roma.
“Non mancano medici, ma solo alcune specialità e bisognerebbe fare un intervento mirato per quelle specialità e basta. Invece- sottolinea Bottega- mancano gli infermieri e ci ritroveremo a chiudere le sale operatorie. Alcuni paesi hanno fatto il commissario straordinario per l’emergenza infermieristica, l’Italia ha fatto il commissario per l’emergenza del granchio blu“, conclude.

AAROI-EMAC: “DDL LISTE D’ATTESA, UN PACCO REGALO CHE NON CI PIACE”

“Questo ddl ci sembra un bel pacco regalo ma il contenuto non ci piace” dice Antonio Amendola dell’associazione Aaroi Emac, presente all’Assemblea nazionale unitaria ‘Insieme nel lavoro per la Salute’, che si è svolta a Roma.
“In alcuni contenuti è dannoso rispetto al pregresso- spiega- ad esempio se sarà confermata l’abrogazione di alcuni commi del decreto Calabria. Poi è un pacco privo di un finanziamento vero. Se le Regioni, compreso quelle di centrodestra, stanno protestando forse ci sarà un motivo- continua Amendola- perché le stesse regioni ci dicono che le risorse date rappresentano un quinto delle necessità. Non si può andare avanti con risorse economiche e di personale carenti e già oberate di attività, che non vogliono fare ulteriori prestazioni aggiuntive. Tra l’altro le prestazioni aggiuntive sono su base volontaria”, conclude.

SSN FP CGIL: “MISURA DI MAQUILLAGE ELETTORALE”

“Misura propagandistica, di maquillage semplicemente elettorale”. Definisce così il decreto legge e il ddl sulle liste d’attesa Andrea Filippi, segretario medici e dirigenti Ssn Fp Cgil, a margine dell’Assemblea nazionale unitaria ‘Insieme nel lavoro per la Salute’, in corso a Roma.
“Lo vediamo anche nella tempistica con cui è stata presentata- continua- si incardina in politiche del governo in cui la sanità non è mai entrata nell’agenda. Risorse da questo governo per la sanità non sono mai state inserite, se non quelle per il rinnovo dei contratti, già previsti per legge dalla Pubblica amministrazione. Le uniche risorse in più aggiunte da questo governo- ripete- sono state quelle per le prestazioni aggiuntive, che è come dire ai lavoratori: ‘Siete pochi, vi lasciamo pochi, ma lavorate di più’. Questo è inaccettabile per i cittadini, perche declassa la qualità delle cure’”.
L’operazione che stanno facendo sulle liste di attesa, secondo Filippi “è del tutto organizzativa, perché si dice ai lavoratori: ‘Lavorerete pure il sabato e la domenica senza che noi integriamo il personale’. Ma loro già lavorano il sabato. Da anni chiediamo che servono risorse per assumere il personale- denuncia Filipi- lo sblocco del tetto del personale è una fuffa, non serve a niente se non vengono immesse risorse”.

Il segretario medici e dirigenti Ssn Fp Cgil annuncia poi un “gravissimo pericolo: il combinato disposto tra l’abrogazione del decreto Calabria e il cosiddetto sblocco del tetto del personale, che in realtà è la copia di quello già esistente, rischia di bloccare i fondi del salario accessorio e penalizza ulteriormente i professionisti. Se fosse così altro che mobilitazioni- afferma- ci piazzeremo davanti al ministero della Salute giorno e notte. A questo punto diventa veramente inaccettabile, i servizi si stanno svuotando, i giovani non si iscrivono più alle scuole di specializzazione, non partecipano più ai concorsi e questo governo si permette di non mettere risorse nel personale, né per gli stipendi, ma addirittura svuota i fondi. Non è da oggi che stanno smantellato il Ssn, ma da 30 anni. Però l’assemblea di oggi segna un passo importante per costruire un’alleanza. Le divisioni corporative sono antistoriche- ricorda Filippi- è necessario movimentare tutte le parti sociali per portare in piazza non i professionisti, ma i cittadini e le cittadine. Bisogna sensibilizzare la popolazione perché la salute deve essere un diritto dei cittadini che devono essere i primi responsabili della loro difesa”, conclude.

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